Finanza: lavori di tendenza nel settore

Le prospettive di fare carriera nel mondo della finanza entusiasmano più di un giovane che decide di compiere un percorso di studi in tal senso. Il tasso di occupazione è a livelli ottimali e ci sono ampie possibilità tanto nel settore pubblico quanto nell’ambito privato. Solitamente la specializzazione in Finanza arriva dopo un percorso triennale in Economia, capace di fornire allo studente un bagaglio completo delle conoscenze di base del settore, a partire dal punto di vista storico. La conseguente specializzazione trova poi i suoi cardini nello studio del mercato finanziario e soprattutto della borsa valori, senza dimenticare l’analisi delle operazioni condotte dalle banche piuttosto che società di assicurazioni o ancora intermediari finanziari. Come detto, un percorso di studi del genere apre a prospettive molto variegate; volendo fare una sintesi, è possibile stilare cinque macro settori: bancario, di consulenza, assicurativo, venture capital e vigilanza.

Analizzando in maniera più dettagliata le professioni, la prima che viene in mente riguarda il broker assicurativo: è un profilo cruciale perché rappresenta l’intermediario tra i clienti e le assicurazioni, occupandosi delle varie pratiche che intercorrono. Il broker finanziario è invece colui che opera all’interno del contesto relativo ai mercati finanziari. Si occupa, nel concreto, di fare investimenti e rientra tra i suoi compiti quello della gestione del portafoglio dei clienti. L’elenco delle possibili mansioni prosegue con il ruolo del consulente finanziario. La sua attività, come suggerisce il nome, è quella di fornire consulenza: non si occupa in prima persona della gestione del portafoglio ma si limita a delineare quelle che sono le strategie di investimento. Simile risulta essere l’analista finanziario, che si occupa prevalentemente di previsioni e stime relative agli investimenti. Molto legato a questa figura può essere il business analyst, il quale elabora strategie allo scopo di creare nuovi business, un passaggio ulteriore rispetto alla mera ricerca dell’analista finanziario.

In sintesi, dunque, è possibile notare come gli sbocchi professionali delle lauree in economia siano molteplici a seconda di quello che è l’ambito di interesse di ciascuno. Una varietà del genere non può non ritrovarsi anche sotto il profilo del guadagno. La differenza è evidente in base al settore ma il vero cambio di passo si ha quando si passa dal profilo junior al profilo senior. In media, il primo guadagna all’incirca 35-40mila euro annui. Nel caso del secondo, invece, con una decisa esperienza nel settore, il minimo è pari a 90mila e il massimale, in media, è attorno ai 150mila, con numerose eccezioni, soprattutto per quanto riguarda ruoli da CEO, dove si arriva a cifre da record superando il milione di euro.

Di certo il percorso di laurea tradizionale rappresenta la via attraverso la quale quasi tutti sono obbligati a passare per riuscire ad ottenere un ruolo in questo settore. A questo tipo di competenze, però, si affiancano necessariamente quelle che oggi sono chiamate soft skills. Vale a dire tutto un insieme di abilità e atteggiamenti che non si apprendono dai libri di testo. Nel mondo della finanza risulta cruciale avere un’ottima propensione al problem solving, oltre che ottime capacità di comunicazione. Per chi riveste ruoli più importanti, certamente il carisma e una buona dose di leadership vengono considerati, di norma, requisiti essenziali. È possibile, inoltre, conseguire specializzazioni riconosciute a livello europeo e internazionale oppure i master, suddivisi in primo e secondo livello. L’offerta in tal senso è ormai molto numerosa tanto negli atenei tradizionali quanto in quelli online come Unicusano e possono essere una valida opzione per aggiornarsi su quelle che sono le ultime novità nel settore. L’economia e la finanza sono infatti settori che sono sottoposti a continue variazioni ed una formazione costante è ritenuta imprescindibile per rimanere aggiornati, senza sottovalutare l’impatto dei cambiamenti.